«Angèlcare, che strano nome!».
«No, pa’, è Angel-care, in inglese, che più o meno sta a significare “cura dell’angelo”!».
E giù a ridere.

Papà storpiava sempre i nomi. Quella volta lesse quella strana parola sulla scatola dell’interfono che ci avevano regalato per sorvegliare il sonno del nostro piccolo, il suo nipotino. Da allora fu “Angèlcare” per tutti.

Oggi, però, Angèlcare diventa “Angel’s care”. La cura dell’Angelo, appunto, dove l’Angelo sei tu, che avevi progettato insieme a noi questo piccolo “rifugio” dove accogliere ospiti e viaggiatori e che continui a guardarci da lontano, sorridendo sornione dietro i tuoi occhialoni e il tuo cappello bianco.